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Le 5 ferite..


Salute a tutti noi ricercatori


Vediamo se ho capito bene,


l’esperienza che stiamo vivendo su questa realtà 3D detta diverse regole, tutte ci influenzano ma, ce n’è rendiamo conto a seconda della conoscenza e della consapevolezza nonché del nostro grado di presa di responsabilità su tutto ciò che possiamo definire crescita.


Esistono le 7 leggi universali, e poi le 3 leggi naturali, il libero arbitrio, le norme scritte dall'uomo, poi ci sono le realtà individuali, gli universi e le vite parallele, i sogni, il contatto con energie sottili tra cui entità di vario genere nonché coloro che chiamiamo extra terrestri, e poi ancora c’è l’amore e la paura, le relazioni e quindi la comunicazione, le nostre credenze, il nostro io, l’ego, e forse ancora qualcosa che mi sfugge o che non conosco.


Ecco che, in questo marasma di informazioni, noi cerchiamo di condurre la nostra quotidianità, tra alti e bassi, cercando un equilibrio che quando trovato, viene costantemente forviato da tutte le regole, le leggi , le norme e quant’altro citato sopra, a cui costantemente dobbiamo far fronte, scatenando dinamiche che richiedono un impegno talvolta molto oneroso.


Come venirne fuori? Eh eh, bella domanda.


La via d’uscita c’è sempre da qualche parte, anche piccola, nascosta o addirittura invisibile fino a che non si fa esperienza diretta e si acquisisce la consapevolezza.

E’ ormai chiaro che questi sono tempi molto ardui per tutta l’umanità, Madre Terra chiede di allinearsi ad una vibrazione diversa da quella che fino ad oggi è stata, questo determina molta confusione in coloro che ricercano, e trovare e tenere la via non è sempre così facile.


Un buon punto di partenza è sicuramente se stessi, anzi forse è proprio l’unico, anche perché da li parte tutto e li “finisce”, per modo di dire, è un viaggio dove bisogna saper muovere i passi sia verso fuori che verso dentro, capendo quali sono gli estremi e cercando sempre quell'equilibrio che ci fa stare bene.


Come ho già parlato in un altro post, la fatidica domanda “chi sono io?” (https://ivanonaiely.wixsite.com/ilmiomultiverso/ilmiomultiverso/la-fatidica-domanda) è la chiave per iniziare questo viaggio. Io significa sia la nostra parte conscia, ossia l’intelletto, la psiche, i comportamenti, le abitudini, le credenze, le ferite, le esperienze, ciò che ci piace e non ci piace, i rapporti sociali ecc. e, la parte inconscia, ossia il sé superiore, l’anima, la fiamma divina che alimenta tutto. Tra queste due parti, ovviamente, c’è sempre ciò che sta nel mezzo, e cosa ci sta nel mezzo se non la ricerca.


La ricerca è il carburante che fa viaggiare la macchina dell’essere umano multidimensionale.


Ecco che dunque abbiamo necessità di attrezzarci per condurre questa ricerca, siano i libri, internet, nonna, i viaggi astrali, la medianità e chi più ne ha più ne metta, nonché la richiesta di aiuto verso altri ricercatori che mettono a disposizione i loro strumenti e la loro conoscenza. Ecco che dunque, per andare avanti è necessario che ci si unisca, che si faccia gruppo.


Questa formula però ci metterà costantemente davanti alla nostra crescita, mentre da solo decidi tu, in gruppo la decisione crea sempre degli incontri che possono essere conflitti oppure grandiose opportunità per mettersi ancora più in gioco e crescere in maniera più veloce e costruttiva. Ma questo dipenderà solamente dalla voglia che abbiamo di prenderci la responsabilità della nostra crescita.


In questo periodo sto operando con quelle che si definiscono “le 5 ferite”, queste creano delle maschere che, spesso indossiamo inconsapevolmente e, forviano in maniera pesante la nostra quotidianità e la nostra crescita.


La ferita del RIFIUTO crea la maschera del FUGGITIVO

La ferita dell’ ABBANDONO crea la maschera del DIPENDENTE

La ferita dell’ UMILIAZIONE crea la maschera del MASOCHISTA

La ferita del TRADIMENTO crea la maschera del CONTROLLORE

La ferita del INGIUSTIZIA crea la maschera del RIGIDO


Queste le ferite con le rispettive maschere. Ognuno di noi ne porta almeno 2, tutte scaturite nei primi anni di età o addirittura quando eravamo ancora dentro il grembo materno, sono generate solitamente dai genitori, che a loro volta hanno le loro ferite e rispettive maschere. Insomma una cane che si morde la coda. Il bello è che si possono riconoscere, operare per smantellarle e porre fine a comportamenti e dinamiche rendendo la vita un passo più spedita.


La teoria di Lise Bourbeau, autrice del libro “Le 5 ferite e come guarirle” edito da Edizioni AMRITA, dice che nasciamo avendo già deciso quali delle nostre ferite siamo venuti a risolvere, anche se dopo la nascita non ne siamo più coscienti.

Queste ferite sono causate da comportamenti perlopiù usuali dei genitori, talvolta possono essere provocate anche solamente da un periodo di difficoltà per cui il genitore agisce verso il proprio figlio in maniera da creargli la ferita.


Qui di seguito un piccolo assaggio di ognuna di queste ferite e le rispettive maschere.


Il Rifiuto

A causare questa ferita potrebbe bastare che la madre in fase di gestazione, esprime il desidero, sia verbale che non, di non volere la creatura in grembo, ed ecco che questa ferita prende forma. Rifiuto vuol dire respingere, non volerlo aver accanto, voler escludere dalla propria vita. La maschera che nasce è quella del fuggitivo.


Questa ferita lavora sul piano dell’essere.


La persona che si sente rifiutata non è oggettiva, interpreta gli eventi attraverso il filtro della sua ferita e si sente respinta anche quando non lo è, utilizza l’espressione non voglio. Questa maschera crea una nuova personalità, il carattere viene sviluppato per evitare di soffrire. A livello fisico si presenta con un corpo che non vuole occupare troppo spazio e cerca di occuparne sempre il meno possibile. La prima reazione di un individuo che si sente rifiutato è la fuga. Preferisce non attaccarsi alle cose materiali, perché queste gli impedirebbero in qualche modo la fuga ma questo distacco lo conduce a difficoltà sul piano sessuale e si sente maggiormente attratto da ciò che ha a che fare con lo spirito e dal mondo intellettuale. Cerca la solitudine perché se ricevesse troppa attenzione avrebbe paura di non sapere che fare.


Questa ferita è vissuta con il genitore dello stesso sesso.


La più grande paura del Fuggitivo è d’essere colto dal panico.


Il genitore delle stesso sesso ha il ruolo di insegnarci ad amare, ad amarci, a dare amore, il genitore del sesso opposto ci insegna a lasciarci amare e a ricevere amore.


L’abbandono

Questa ferita lavora sul piano dell’avere e del fare, abbandonare significa andare via, allontanarsi. Questa è solitamente scatenata dal genitore del sesso opposto dai cui spesso si denota una mancanza di comunicazione. Coloro che soffrono di questa ferita non si sentono sufficientemente nutrite dal punto di vista affettivo.


La dipendenza è la maschera che si viene a creare e questa si presta molto bene a far diventare una vittima l’individuo che la porta. Una vittima è una persona che crea, nella propria vita, problemi di ogni genere, soprattutto problemi di salute per attirare a se l’attenzione, da qui la caratteristica di credere di non aver mai abbastanza attenzione. Il dipendente drammatizza molto, un minimo incidente assume proporzioni gigantesche. Può succedere che alla vittima piace svolgere il compito del salvatore. Quando però il dipendente fa davvero molto per un altro, soprattutto lo fa per sentirsi fare dei complimenti, per sentirsi importante. E’ una maschera che potrebbe comportare la paura della solitudine e questo lo porta a rimanere aggrappato agli altri. Talvolta chiede consigli ma poi non li mette proprio in pratica, farà ciò che vuole perché alla fine non cercava veramente aiuto ma sostegno.


La forma di aiuto che maggiormente il dipendente ha necessità è il sostegno altrui.


L’umiliazione

E’ l’azione di sentirsi sminuito, di sminuirsi o di sminuire qualcun altro oltraggiosamente.

Può accadere quando il bambino sente che uno dei suoi genitori si vergogna di lui o ha paura di provare vergogna quando se la fa addosso, quando combina un guaio, in pubblico o in famiglia, quando è vestito male ecc. Quale che sia la ricorrenza che conduce il bambino a sentirsi sminuito, mortificato, paragonato, vergognoso sul piano fisico.


Questa ferita può essere causata da entrambi i genitori. L’umiliazione scatena la maschera del masochista, vale a dire il comportamento di un individuo che prova soddisfazione e addirittura piacere nel soffrire. Questa scaturisce a livello fisico un peso corporeo maggiore di quello che dovrebbe essere il peso forma. Il masochista ha il dono di porsi in situazioni in cui deve occuparsi di qualcun altro e così facendo dimentica se stesso, si fa carico di molte cose e cosi facendo prende peso. Ogni volta che il masochista sembra voler fare di tutto per gli altri, in realtà lo scopo è crearsi vincoli e obblighi, crede che così non si umilierà, ma molto spesso è lui a sentirsi umiliato perché consente che gli altri approfittino di lui. Si lamenta ma poi continua a fare come prima, in quanto non si rende conto di essere lui stesso a crearsi i propri vincoli. Il masochista non si rende conto che facendo tutto il possibile per gli altri li sminuisce e li umilia, facendo loro sentire che, in sua assenza, da soli non possono cavarsela.


La più grande paura del masochista è la libertà.


Il tradimento

Smettere di essere fedele a qualcuno o a una causa, abbandonare o consegnare a qualcuno. La fedeltà è il termine più importante di questa ferita ossia il suo opposto, questo significa mantenere i propri impegni, essere leale o colmo di dedizione.


E’ una ferita che viene vissuta col genitore del sesso opposto, quindi un grande legame e una grande attrazione reciproca che provoca un forte complesso d’Edipo, teoria formulata da Freud. Il bambino si sente tradito dal genitore di sesso opposto ogni volta che questi non mantiene una promessa o ogni volta che tradisce la sua fiducia. Vive un tradimento soprattutto nella sua connessione amorosa o sessuale.


La maschera che si viene a creare è quella del controllore.


Questa maschera crea un corpo possente, che esibisce forza e che sembra dire: ”Io sono responsabile, potete fidarvi di me”. Nell'uomo si può notare la sua portanza fisica nella parte alta, dall'addome, alle spalle e le braccia, mentre nella donna nella parte bassa dai glutei ai fianchi alle gambe. Lo sguardo del controllore è spesso seducente e intenso, quando guarda un altro individuo hanno il dono di farlo sentire speciale, importante. Colgono tutto in un colpo d’occhio. Il controllore soddisfa il proprio ego che non vuol vedere quante volte in una settimana egli tradisce se stesso o qualcun altro. Desidera poter prevedere tutto in modo da tenere sotto controllo le cose. Sostiene ciò che crede con molta fermezza e teme il confronto per non perdere il controllo, di conseguenza cerca di convincere gli altri. Interrompe spesso gli altri e risponde prima che il suo interlocutore abbia terminato di parlare. Ha molti talenti e passa subito all’azione ma ha poca pazienza con le persone lente. Ha molti sbalzi d’umore e può entrare in collera con molta facilità.


La sua massima paura è la dissociazione nonché il rinnegamento.


L’ingiustizia

Caratteristica in cui manca di giustizia, questo significa apprezzamento, riconoscimento, rispetto dei diritti e del merito di ognuno. Chi soffre di ingiustizia non si sente apprezzato nel suo giusto valore, rispettato o non crede di ricevere quanto merita. Il bambino trova ingiusto di non poter integrare bene la propria individualità, di non potersi esprimere ed essere se stesso.


Vive questa ferita soprattutto col genitore dello stesso sesso.


Egli soffre anche per l’autoritarismo del genitore, le sue critiche frequenti, la sua severità, la sua intolleranza o il suo conformismo. La reazione di fronte all’ingiustizia è quella di tagliare i ponti col proprio sentire, credendo così di proteggersi, creando la maschera della rigidità. E’ incline a stare con le braccia incrociate così da chiudere il plesso solare, prova invidia di colui che ha più di lui e non lo merita. Ha paura di ingrassare e fa di tutto perché non accada. Fin da piccolo si rende conto di essere più apprezzato per ciò che fa che per ciò che è. E’ molto ottimista. Teme l’autorità perché da piccolo, ha imparato che l’autorità aveva sempre ragione. Per il rigido il merito è importante. Quando spiega qualcosa vuole che i dettagli siamo precisi, la paura di sbagliarsi è forte e questo lo mette in situazioni in cui deve scegliere. Vorrebbe risolvere tutto subito, non si concede il tempo di sentire a fondo la situazione. E’ molto esigente verso se stesso.


La più grande paura del rigido è la freddezza, ha tanta difficoltà ad accettare la sua freddezza quanto quella altrui, fa del suo meglio per dimostrarsi caloroso.



Queste, a grandi linee, sono la descrizione delle 5 ferite e delle rispettive maschere.

Tutti noi abbiamo da lavorare su questo tema vitale, e prima lo facciamo, meglio è per il proseguo del nostro cammino, con nuove energie.

Una volta compiuta quest’opera, vi posso garantire che la vostra vita cambia radicalmente, in giro di poche settimane potrete vedere in voi un cambiamento per cui non riconoscerete le vostre vecchie abitudini. Questo è sicuramente uno dei primi passi da fare se vogliamo “svuotare il nostro bicchiere”.


Cari ricercatori in continua crescita, non demordiamo in questo momento di grande cambiamento che talvolta porta a grande confusione, cerchiamo di tenere saldo tra le mani il timore della nostra astronave madre che ci sta portando sempre di più nella vibrazione fimminina e dell’amore incondizionato.


Grazie Grazie Grazie

Sempre in luce e amore

miserhat

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