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Energia terapeutica delle tombe dei giganti? Grazie della considerazione.

Li Mizzani, Palau

La pronta risposta di un ricercatore indipendente.


Gentili dr. R. D’Oriano e dr. F. Carrera, il mio nome è Ivano Naiely e mi occupo di ricerca proprio negli ambiti che avete menzionato nel vostro articolo,

(https://www.olbianova.it/notizie/energia-terapeutica-delle-tombe-di-giganti-duro-documento-della-soprintendenza/).


Innanzi tutto vi ringrazio per il vostro coraggio, è necessario averne in questo ambito, con il vostro pensiero vi siete esposti in maniera diretta, cosa non per molti.


Il mio principale strumento di ricerca è proprio la radioestesia, la utilizzo anche in ogni sito archeologico che ho il piacere di visitare, affinché possa portare a me informazioni utili nelle mie ricerche.


Come ben sapete, molte culture antiche facevano largo uso di questa disciplina, così anche oggi, attraverso di essa si possono ottenere molte informazioni che sono, all'occhio umano invisibili, ma non per questo non esistono. L’informazione, come un pensiero o un emozione, è qualcosa di non tangibile, almeno prima che venga scritta o documentata. Essa può giungere a noi in diverse forme, attraverso varie discipline o strumenti, è parte della dinamica messa in atto dal porsi la domanda.


Mi trovate d’accordo con voi quando affermate che i siti archeologici meritano un rispetto diverso, evitando la deturpazione in qualsiasi forma, però ci tengo a ricordare che questo avviene anche dalle vostre parti, vedasi la domus de janas Sant’Andrea Priu di Bonorva, aperta e richiusa col cemento, come anche i nuraghi abbattuti a capo Teulada o salto di Quirra durante esercitazioni militari, giusto per citarne alcuni. Si è vero, in quest’ultimi casi non avreste potuto fare alcunché, vista la situazione della Sardegna con le servitù militari, non ci si può mettere contro lo stato!!


Mi dispiace pertanto del vostro pensiero, un po’ limitato e non verosimile, cito testuali parole: “domus de janas, alle quali si attribuiscono poteri salutiferi ed energetici inesistenti”, oppure: “a cominciare dall’idea per la quale i siti delle tombe di giganti siano “energetici”, secondo flussi di energia del tutto ignoti e rifiutati dalla scienza”.


Ecco, vi chiedo quale scienza rifiuta questo fatto? Se come affermate: “Su questo piano la materia non è diretto campo dell’archeologia, che entrerebbe in gioco solo una volta verificati i fenomeni, per contestualizzarli nella globalità delle civiltà antiche”, perché parlarne? Dovreste, forse, prima di fare tali affermazioni, portare delle prove valide, dal momento che, secondo voi: “è già una grave responsabilità etica propalare fandonie sulla storia antica”, e dunque, come mai fatte altrettanto denigrando la ricerca indipendente?


Se l’archeologia ufficiale non tratta di fantomatiche energie, perché ne suggerite la ricerca attraverso l’uso di strumentazione scientifica attendibile? Quindi, deduco che siate a conoscenza che questo sia possibile farlo e che sia pure già stato eseguito.


La radioestesia è una delle scienze più antiche, ma quando chiamiamo il rabdomante a casa per cercare l’acqua?! A si, allora si, ci crediamo! Comodo vero?!


Vi ricordo che il pendolino non funziona grazie allo spirito santo, ma c’è una tecnica molto specifica nel suo utilizzo, come per tutti gli altri strumenti radioestetici, questo è comprovato anche dalla fisica quantistica, o anche questa è una scienza ignota e rifiutata?


In tutti i siti sacri e archeologici del mondo intero, chiese comprese, si possono riscontrare questo tipo di energie, e non solo, anche dentro le nostre case, nelle scuole dei nostri bambini, in mare aperto, nei boschi, in ogni luogo del pianeta vi sono energie di questo genere, e anche questo è riscontrabile scientificamente. Gli antichi lo sapevano meglio di noi, ma siccome noi siamo spinti dall'ego, dall'orgoglio, dalla poca apertura mentale, nonché dal profitto e dal dominio sul prossimo, tralasciamo molta conoscenza con cui allora, edificavano monumenti che oggi non siamo capaci ne di comprendere come abbiano fatto, ne di replicarli.


Il corpo umano non è composto esclusivamente di carne, ossa e sangue, ma di molto, molto altro, che agli occhi di molti è invisibile, ma ormai anche qui la scienza ci da le sue prove, vedasi i coniugi Kirlian e la medicina tradizionale cinese, per non parlare di alcuni personaggi come Gustavo Rol o George Lakhovsky. Purtroppo la medicina allopatica è basata sul business farmaceutico e non solo, questo ne limita gli utilizzi e denigra il fatto di come, un essere umano possa gestire il proprio corpo anche autonomamente, andando ad usufruire di luoghi come le tombe dei giganti.


Queste persone non sono delle cavie, e tanto meno si affermano medici, chi fa ricerche degli effetti sul corpo umano di tali energie, quindi non vedo proprio il motivo di cercare di dire la propria su come, sia le persone possano trascorrere il loro tempo in tali siti, sia su come i farmaci e le terapie vadano studiate o messe in pratica, difatti non mi pare che alcuno vi abbia chiesto di condividerne la “terapia”, anche perché come già detto, l’archeologia non si occupa neanche di questo aspetto, giusto?!


Quindi fatemi capire, c’è qualcuno che si lamenta di altri che, per il proprio piacere nonché supposto beneficio, frequenta tali siti e ci sarebbe oltretutto l’intralcio a questi “lamentosi”?! Boh boh, dico io, se questo è il rispetto per l’essere umano, complimentoni!! Certo si pensa invece al rispetto del luogo, se non ne posso usufruire io, neanche tu!! Ma siamo all’asilo?!?


Sapete cosa c’è di diverso tra noi e quegli “antichi”? Loro conoscevano le leggi dello Spirito. E si, proprio così, come oggi gli sciamani, le donne di medicina di ogni cultura, compresa quella sarda odierna. Non ditemi che non vi siete mai fatti fare una medicina dell’occhio?!? Cosa pensate che sia, se non la connessione con lo Spirito. E per Spirito non intendo quello santo, ma Dio, cioè tutto ciò che vediamo e non vediamo, esso e imprescindibilmente dentro ognuno di noi, che lo vogliate o meno, senza lo Spirito, non staremmo respirando.


Ecco qual era il vantaggio degli antichi, e se oggi stiamo riscoprendo questa connessione, anche frequentando siti di particolare interesse per gli scopi più disparati, ci sono dei validi motivi, un po’ più elevati della scienza scientifica, della convinzione che l’uomo di oggi conosce di più di quello di ieri. Può anche essere così ma, se non è consapevole, mi dispiace, non ci si può fermare solamente alla conoscenza, essa va applicata con coscienza e con la facoltà di poter mettere in dubbio tutto, soprattutto il proprio operato.


Lo sciamanesimo in Sardegna è sempre esistito, si è tramutato per via della chiesa, vedasi inquisizione, ma oggi è più vivo che mai e sta riprendendo piede, su questo non c’è ombra di dubbio. E’ solamente un bene, ritrovare la via perduta per comprendere che viviamo in una realtà duale, maschile e femminile, + e -, fuoco e acqua, razionalità e istinto, questi devono stare in equilibrio, è finito il tempo patriarcale, ora è più che mai necessario riportare l’equilibrio. Non abbiatene paura, anche perché se non vi credete, che male vi potrebbe mai fare, ma attenti a giudicare.


Infine, cari signori, capisco anche che stiamo iniziando a farvi un po’ di timore, noi ricercatori indipendenti, proprio perché indipendenti, non abbiamo padroni che dettano le regole sopra di noi, e siamo liberi di condurre le nostre ricerche come a voi forse, non vi è neanche concesso pensarci.


Si, siamo sempre di più, e sempre di più saremo a mettere in dubbio ciò che ancora la storia cerca di propinare, di scrivere e di divulgare, la nostra forza sta nel fatto che siamo uomini e donne con la mente aperta, vogliosi di esplorare e di allargare i nostri orizzonti, di riportare alla luce, oggi più che mai, ciò che è nascosto nei meandri dei musei e delle università, del territorio di tutta l’isola, nonché nelle menti insane di questo tempo.


Ricordate che se mai avrete la voglia di ampliare anche voi i vostri orizzonti, attraverso la condivisione e il rispetto del prossimo, ci troverete a braccia aperte. Alla fine dei conti, siamo tutti sullo stesso pianeta.


Ricordiamoci che: ”Ogni essere umano è un ricercatore per natura, questo perché, dal momento che ci si pone una domanda, si inizia il cammino di ricerca”.


In luce, pace e amore


Ivano Naiely

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